Giovanni Francesco Barbieri, detto Il Guercino a causa dello strabismo, è stato uno dei pittori più importanti del Seicento italiano. Nato a Cento l’8 febbraio 1591 da una famiglia modesta, fu un talento straordinario della pittura.
La sua produzione artistica è estremamente varia e include dipinti religiosi, opere mitologiche, paesaggi e ritratti. Al di là dei generi, tutti i suoi dipinti dimostrano un senso innato per il colore e la composizione e una padronanza eccezionale delle tecniche pittoriche.
La fortuna del Guercino subì alti e bassi. Nel Settecento, durante il periodo neoclassico, fu sottovalutato e quasi dimenticato, ma nel XX secolo fu rivalutato e apprezzato per la sua unicità. Nel corso del 2023 e ancor più nel 2024, è al centro di un’operazione di riscoperta e rilancio sia a Cento che a Bologna e Roma.
Diverse istituzioni e associazioni del territorio organizzano iniziative e percorsi dedicati alla riscoperta di questo grande maestro. Ma se volessimo scoprire la vita e le opere del Guercino da soli? Si può fare, avendo giusto due dritte. La prima: chi era Guercino?
Chi era Guercino
Guercino nasce l’8 febbraio 1591 a Cento, che allora fa parte dei domini estensi. I cronachisti del tempo scrivono che a 6 anni dimostrò una particolare inclinazione per il disegno e che a 8 “dipinse una Madonna di Reggio sulla facciata della casa dove abitava” da autodidatta. Un fenomeno, insomma.

Il padre capisce che Giovan Francesco ha talento e che il talento va educato e rafforzato. Così nel 1607 lo affida a un pittore tardo manierista locale, Benedetto Gennari (1563-1610), che lo tiene a bottega insieme ai suoi figli, Bartolomeo e Ercole.
Guercino ha allora 16 anni e le sue capacità sono così evidenti, che due anni dopo Gennari capisce che non ha più nulla da insegnargli e lo manda a Bologna per studiare le opere di valore lì conservate, particolarmente quelle dei Carracci.
Guercino ha già incontrato Ludovico Carracci a Cento, nella chiesa dei Cappuccini, dove è esposta la cosiddetta Carraccina. La studia e ristudia arrampicandosi fino in cima per vederla da vicino. E’ proprio lui a dare questo soprannome alla Madonna con Bambino di Carracci, che nel dialetto centese che suona come “cara zinna”, cioè “cara mammella”, per evidenziare come da essa avesse preso il primo latte del suo stile.

A Bologna, pur non studiando con Ludovico Carracci, Guercino sviluppa uno stile personale caratterizzato da una pittura a macchia, colori vivaci e composizioni dinamiche.
Tra il 1612 e il 1617 Guercino è di nuovo a Cento e ottiene le prime commissioni, anche grazie alla presentazione entusiastica di Ludovico Carracci che lo considera
«gran disegnatore e felicissimo coloritore: è mostro di natura e miracolo da far stupire chi vede le sue opere. Non dico nulla: ei fa rimaner stupidi li primi pittori»
La carriera decolla nel 1617 quando ha ormai fama di maestro e prende l’iniziativa di fondare una scuola di pittura. Sono anni in cui lavora e continua a formarsi a Venezia e Ferrara e consolida la reputazione di uno dei più importanti pittori del suo tempo.
La svolta avviene nel 1621 quando il cardinale arcivescovo di Bologna Alessandro Ludovisi viene eletto pontefice col nome di Gregorio XV e il successivo 9 febbraio si trasferisce a Roma, chiamando presso la propria “corte” diversi pittori di ambito emiliano, tra cui il Guercino, che allora ha 30 anni. Sotto il breve pontificato Ludovisi, Guercino riceve molte commesse e intanto ha la possibilità di conoscere e imparare dai grandi pittori come il classicista Domenichino.
Con la morte del pontefice, avvenuta l’8 luglio 1623, Guercino lascia Roma e ritorna a Cento. Lavora agli affreschi del duomo di Piacenza e per il cardinale Bernardino Spada (1629-1631).
Dal 1629 inizia a tenere il Libro dei conti, una contabilità dei pagamenti ricevuti per le sue tele, molto prezioso per gli studiosi contemporanei perché permette di individuare le sue opere e le date della loro composizione.
Nel 1642 lascia definitivamente Cento insieme a parenti, collaboratori e allievi per trasferirsi a Bologna, in via Sant’Alò, perché considerava la città più sicura rispetto a Cento, che in quegli anni viveva continue minacce militari. Sono anni di intenso lavoro, per le numerosissime committenze e per la scuola che fonda a casa sua. Il suo stile artistico si adatta alle richieste dei suoi committenti, dimostrando una notevole versatilità. Le sue opere spaziano da dipinti sacri e ritratti a composizioni mitologiche e storiche.
Nel novembre 1661 Guercino ha un infarto. Si riprende ma la sua attività, come mostra il Libro dei conti, ha un notevole rallentamento.
L’11 dicembre 1666 il pittore muore
«…fu sorpreso da nuovo e grave malore a cui non poté troversi rimedio, e giunto alli 22 dello stesso mese dovette soccombere al comun destino, e incontrollo con rassegnata ilarità e tutto a Dio rivolto»
L’atto di morte è redatto nella chiesa di San Salvatore, dove il pittore viene sepolto
«Addì, 24 dicembre 1666. Il Sig. Gio. Francesco Barbieri Pittore famosissimo, uomo religiosissimo d’anni 74, dopo aver ricevuto li santissimi Sacramenti, rese l’anima al Creatore. Fu sepolto in nostra Chiesa nella sepoltura di mezzo, essendogli state celebrate solennissime esequie»
Guercino a Bologna
La vita di Guercino testimonia il talento straordinario di un pittore che ha segnato il suo tempo con opere magnifiche. Per riscoprirlo potete iniziare dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna dove fino all’11 febbraio 2024 è stata allestita la mostra Guercino nello studio.
Il titolo spiega l’obiettivo dei curatori: ricostruire le diverse fasi dell’attività di Guercino, spiegare i motivi del successo della sua bottega a conduzione familiare e chiarire la fitta rete di relazioni con collaboratori e clienti.
Il percorso si snoda tra due sale e un corridoio. L’esposizione riunisce una ventina di opere, tra cui figurano i capolavori del maestro conservati presso la PNB e alcuni prestiti provenienti da istituzioni pubbliche e collezioni private.

Nel corridoio vi accoglie Guercino stesso nel suo autoritratto più famoso, in cui si rappresenta come pittore di successo: nella mano sinistra stringe la tavolozza e i pennelli, i suoi strumenti di lavoro.
Guercino si rappresenta in modo naturale con l’evidente difetto di vista da cui derivò il suo soprannome, e allo stesso tempo l’eleganza dell’abito e la solennità della posa mostrano il successo ormai raggiunto.
Nella prima sala spicca la Vestizione di San Guglielmo (1620), una pala d’altare monumentale, che deve aver dato più d’un grattacapo al Guercino. Nonostante il ritrovamento di molti disegni preparatori, sulla tela si notano alcune tracce di “ripensamento” soprattutto nella postura del santo.
San Guglielmo d’Aquitania è al centro della rappresentazione, nell’atto di deporre la spada e ricevere l’abito monastico da San Felice Vescovo. Attorno a lui, in alto, una Madonna col Bambino e a lato un guerriero e un monaco in conversazione, che alludono alla vita prima militare e poi monastica del protagonista.
Nella prima stesura il santo doveva avere il braccio sinistro appoggiato al fianco, poi Guercino preferì dipingere il braccio alzato, per permettere la visione di quello che aveva rappresentato sullo sfondo, che dà movimento alla rappresentazione. Il successo dell’opera è attestato da numerose copie.

Alla destra della pala c’è la sua cimasa raffigurante il Padre Eterno col puttino (1620), proveniente dai Musei di Strada Nuova di Genova.

In questa stessa sala è esposta la Madonna del Passero (1615-1616), una tela famosissima e di una bellezza imbarazzante. Impossibile non commuoversi davanti a questo Bambino che con una manina si tiene alla mamma e con l’altra regge una corda al quale è legato un passero, allegoria del suo destino.
Ho guardato più volte il puttino e il bambino e la sensazione è stata quella di sentire l’odore di latte, talco e shampoo, il sudaticcio delle manine appiccicose, la gommosità delle guance, il respiro tiepido. Sono due quadri quasi intimi, dove i piccoli esprimono stupore e attenzione e la Madonna e Dio grandissima tenerezza.

Altri due dipinti presenti in questa sala giustamente accostati l’uno all’altro sono San Sebastiano curato da Irene (1619) e la Sibilla con cartiglio (1619-1620).


Impossibile non notare che Irene e la Sibilla sono lo stesso personaggio ritratto con un copricapo differente. Il copricapo della profetessa è arricchito da un prezioso diadema con spilla, ed è raffigurata mentre sta srotolando una pergamena e ha accanto a sé un libro chiuso. Irene, invece, regge un catino e una spugna. Per il resto, la postura, l’espressione e i tratti del volto sono gli stessi.
Questo esempio mette in luce il lato imprenditoriale di Guercino che realizza un modello, una testa d’autore, e da questa ne realizza delle copie. La Sibilla ad esempio era un soggetto così amato dai collezionisti che fu richiesta più volte a Guercino e nel suo Libro dei Conti sono registrati ben tredici dipinti di questo soggetto!
L’imponente San Bruno in adorazione della Madonna in gloria (1647) ci fa capire meglio la figura di Guercino-imprenditore. L’opera risulta pagata il 7 ottobre 1647 e la cifra è elevata (781 scudi) per la qualità del blu oltremare eccezionalmente puro. Nel Libro dei Conti è quotato a parte il prezzo del pigmento, che aveva un costo esorbitante.

Sotto il San Bruno c’è proprio il Libro dei Conti, che come avete già capito è lo strumento fondamentale per conoscere il funzionamento dello studio del pittore.
Nel registro venivano annotati i quadri venduti, il nome dei clienti e i relativi guadagni, e oggi rappresenta un inventario prezioso dei molti dipinti eseguiti nella fiorente bottega di via Sant’Alò.
Nella seconda sezione è descritto più approfonditamente il funzionamento imprenditoriale della bottega del Guercino, attraverso tre generazioni di collaboratori e allievi.
Scoprirete che Guercino aveva distribuito i ruoli in base alle competenze specialistiche nei diversi generi pittorici: esecuzione di pale d’altare, quadri di storia, nature morte, ritratti e paesaggi. Suo fratello, Paolo Antonio Barbieri, ad esempio, era specializzato in paramenti liturgici. Altri in nature morte.
Inoltre, viene approfondito il tema del rapporto tra l’originale del maestro e le copie dei collaboratori. Infine, si ricostruisce la fitta rete di relazioni con i committenti.



Guercino a Cento
Il percorso di riscoperta di Guercino può continuare nella Civica Pinacoteca “Il Guercino” di Cento, sua città natale, che conserva molte sue opere e anche i lavori dei Gennari e di altri artisti appartenenti alla scuola ferrarese del Barocco.
La Pinacoteca è stata riaperta nel 2023, dopo i gravi danni subiti in occasione del terremoto dell’Emilia del 2012, è l’allestimento è veramente meraviglioso!
Le sale seguono l’evoluzione artistica del Guercino, dalla Madonna di Reggio detta Madonna della Ghiara, alla formazione nella bottega del Gennari, alle prime commissioni e alle commissioni dopo il ritorno dal soggiorno romano.
Le tele esposte sono davvero tantissime. Vi lascio solo alcune suggestioni personali sui dipinti che mi hanno più meravigliato e vi consiglio di andare a scoprire tutti gli altri!
La Sibilla che vedete è opera del cosiddetto “periodo di transizione” del pittore, quello successivo al suo soggiorno romano (1621- 1623) e all’avvicinamento ai teorici del classicismo. Anche questa Sibilla è ornata da gioielli e da un turbante di gusto esotico, ma in questa versione sembra che Guercino abbia voluto sottolineare la bellezza morbida e naturale della donna, con la luce che le inonda il collo tornito e il petto.

Una delle caratteristiche distintive del Guercino è la sua abilità nel ritrarre emozioni e espressioni umane. Le sue opere sono spesso permeate da una profonda sensibilità, che traspare nei soggetti.
Degli esempi notevoli di questa sensibilità li ho trovati in due dipinti che hanno come soggetti la Madonna e Gesù.
Il primo è la Madonna col Bambino benedicente (detta Madonna dei Cappuccini) in cui la Madonna e Gesù sono ritratti in un momento di intimità domestica, mentre Maria sembra voler insegnare l’atto di benedizione al Bambino, mentre lo regge con tenerezza e delicatezza.

L’altro è Cristo risorto appare alla madre in cui troviamo Cristo e la Madre in un altro momento di intimità domestica. Non siamo più al cospetto del Bambin Gesù ma del Cristo Risorto, composto e vincitore della morte, che ritorna dalla Madre che sta leggendo. Il ritorno la riempie di commozione: la madre lo tocca con tenerezza e delicatezza e piange, come dire “Ma sei proprio tu, allora è vero che ce l’hai fatta!” e l’incontro tra i due assume una teatralità toccante.

Nella pinacoteca di Cento avrete la possibilità anche di vedere come dipingeva il primo maestro del Guercino, il Gennari.

Una bella sorpresa vi aspetta nella sala che ospita le opere di artisti e collaboratori che lavoravano insieme al Guercino a Bologna, nel suo laboratorio di via Sant’Alò.
Non solo Bartolomeo Gennari, figlio di Giovan Battista, ma anche i figli di lui e di Lucia Barbieri, la sorella del Guercino: Cesare Gennari e Benedetto Gennari il Giovane, che portarono avanti lo stile del maestro dopo la sua morte.
Questi ed altri collaboratori lo assistevano
- non solo nella preparazione delle tele e dei materiali delle opere,
- ma anche nell’esecuzione di disegni preparatori
- stendevano le basi di colore
- dipingevano sfondi, cieli, architetture o altri elementi meno complessi della composizione
- applicavano le finiture o lucidavano i dipinti, seguendo le indicazioni del maestro
Per le opere destinate a committenti meno esigenti o per copie di dipinti celebri, i collaboratori a volte realizzavano gran parte del lavoro con minimi interventi del maestro. Erano veri e propri prodotti di serie che venivano poi certificati da Guercino e venduti a un prezzo un po’ più basso!



Dove vedere i quadri del Guercino
Se vi ho incuriosito, ora tocca a voi andare a vedere coi vostri occhi queste assolute meraviglie! Potete partire dai quadri presenti a Bologna e Cento, visitando le rispettive pinacoteche.
- Tutte le informazioni per organizzare una visita guidata alla PNB – Pinacoteca Nazionale di Bologna sono disponibili online qui https://www.pinacotecabologna.beniculturali.it/it/orari-e-biglietti.
- Per visitare, invece, la Civica Pinacoteca Il Guercino di Cento, consultate questa pagina web https://www.civicapinacotecailguercino.it/visita/
Libri sul Guercino
- Guercino. L’era Ludovisi a Roma. Catalogo della mostra (Roma, 31 ottobre 2024-26 gennaio 2025)
- Guercino. Il mestiere del pittore
- Guercino nello studio. Catalogo della mostra
- Guercino tra sacro e profano
- La Civica Pinacoteca il Guercino di Cento catalogo generale
- Il Guercino. Giovanni Francesco Barbieri (1591-1666) di D. Mahon
- La scuola del Guercino