Ieri sera, dopo una settimana di pausa, sono finalmente tornata in cucina ai Corbezzoli. Ad attendermi, il Friday Blues Night, l’appuntamento settimanale blues / soul / jazz / funky / ecc ecc del Relais Bellaria! La formula è un po’ quella dello Swing in Pool di cui vi parlavo st’estate: musica dal vivo e cibo. La differenza sta che st’estate si cenava a bordo piscina e ci si godeva il fresco dei colli, le piante, il giardino, i fiori, adesso invece si sta dentro al ristorante – e vorrei pure vedere – ma è bello lo stesso. Quando sono arrivata, il Kenn Bailey Hammond trio from London stava già facendo le prove.
– Marò, Lui’ echerè?
– Ci stanno già i cantanti, France’
– Arostà?
– Eh, in sala…
– Marò, e c’aggia a fà? Io ormai mi sono abituata a Giggidalessio, Rocco Hunt, Clementino, GigiFinizio. Non sono sicura di saper cucinare con chisti in sottofondo!
– Eh non ti preoccupare France’, ora rimediamo
E quindi Luigi fa partire a bomba “inevitabilmente so che sai che mi prendi adesso a primavera. Inevitabilmente so che sai che sarai per sempre la primavera. Inevitabilmente so che sai che mi prendi adesso a primavera Inevitabilmente so che sai che sarai per sempre la primavera .. la primavera.. la primaveraaa” e niente: Napoli rifila a LondonCity un sonoro 3 a 0.
Mi metto a fare gli stuzzichini, che erano cous cous e burrata, tagliatelle di seppia su piselli, tartare alla senape e misticanza e polpette di melanzane su salsa di pomodoro. Quando ho finito, la primavera eterna di Gigi Finizio è già diventata “Aria di neve” (Quest’aria di neve che c’è dentro me e una spada che taglia l’anima in tre / È un grido affogato che non ho mai dato / Stanotte un boato che dedico a te) perché i dubbi erano troppi (sei tu che hai preso tutto quel che ho quello che mi resta in fondo al cuore, non lo so). Dai londinesi, invece, nessun lamento, si vede che a loro l’amore va un po’ meglio o non si sono ancora ripresi dalla disfatta canora.
Lo chef Tarantino dice a Luigi che possiamo partire con ‘a pasta e patane azzeccata e io l’assisto e scopro che la pasta mista è un tipo di pasta di semola tipico di Napoli. E’ una pasta ammiscata, cioè fatta da formati diversi che cuociono nello stesso tempo. Dico a Luigi che allora pure mia nonna faceva la pasta mista quando razziava le confezioni di pasta aperte e schiacciava col batticarne tipo 100 grammi di spaghetti, 100 di ditalini, 100 pipe (perché si sa che la porzione normale son 150 grammi di pasta secca). E lui dice “Essì, pure da noi era così. Noi la facciamo con i fagioli cannellini o le patate. E voi?” “Noi la cuociamo nel brodo di fagioli borlotti, a meno che in casa non ci siano i ritagli della pasta all’uovo, cioè i parpadlén che sarebbero tipo i maltagliati ma più piccoli.”
E niente, mettiamo a cuocere le patate con l’olio, gli odori legati in un romantico bouquet garni, un po’ d’acqua salata, una crosta di parmigiano-reggiano (che si chiama crosta, e non buccia, come dice Luigi), quando è ora caliamo la pasta mista, poi vai di provola affumicata.
C’è troppo silenzio. Meno male che passa Mario e intona “Non dirgli mai” di Gigidalessio e non ci lasciamo scappare l’occasione di ricordare ai londinesi chi comanda: Non dirgli mai che siamo stati a letto per un giorno intero e la paura di quel temporale come ci stringeva le nostri liti sui capelli e gli occhi immaginando un figlio tu disegnavi pure il suo profilo e poi strappavi il foglio. Non dirgli mai di come è stato bello quella notte al mare dietro una barca aspettavamo stretti che arrivasse il sole di quella volta per un tuo ritardo ci tremava il cuore quel falso allarme ci teneva uniti senza far l’amore. Non dirgli mai spegni il fuoco che brucia dentro di te e nascondi quegli occhi rossi se pensi a me. Ma se lui te stringe le mani respira più forte dicendo che l’ami la sua vita è più bella da quando ci sei gli fai male se un giorno parlando di noi hai una lacrima ancora per me. Non dirgli mai che il vostro non è amore, è sesso senza cuore che ti fa male se ti vuol baciare lì vicino al mare che tu fingendo a volte gli sorridi ma trattieni il pianto se in quel momento per le vie del cuore ti sto camminando.
Più forte che non vi sento!