La chiesa universitaria di S. Sigismondo a Bologna

La chiesa universitaria di San Sigismondo è un edificio religioso di Bologna, che gode di uno statuto speciale. Posta alle dirette dipendenze dell’arcivescovo di Bologna, è destinata alle iniziative pastorali rivolte all’Università di Bologna. E’ chiesa rettorale e sorge in via san Sigismondo 7, nel cuore della cittadella universitaria.

La chiesa merita certamente una visita, sia per l’architettura e le decorazioni, sia perché conserva le reliquie della Beata Imelda Lambertini (Bologna 1322-1333), esposte in una teca sotto la statua in gesso e cera che ritrae la giovane in modo impressionante.

La chiesa universitaria di San Sigismondo, esterno
La chiesa universitaria di San Sigismondo, interno

La storia della chiesa di S. Sigismondo

Costruita nel XIII secolo per volere della famiglia Malvezzi, nemici storici dei Bentivoglio, la chiesa di S. Sigismondo si trova nella via che prende il nome da essa, al centro della zona universitaria.

La datazione è certa, perché la chiesa è nominata in un documento del XIII secolo. Nel libro dei Memoriali, conservato all’archivio di stato di Bologna, si dice che in quegli anni i Malvezzi abitavano “le loro prime e più antiche case” e fecero costruire un oratorio privato nella zona dei Vinazzi, un reticolo di vie e vicoli, tra cui le attuali vie dei Bibiena, Francesco Acri, dell’Unione e Vinazzetti.

Giuseppe Guidicini nel suo “Cose notabili…” riprende i Memoriali scrivendo che Biagio di Giuliano Malvezzi (morto nel 1289) si diceva parrocchiano della cappella di S. Sigismondo. Nel 1288 la chiesa aveva, quindi, ottenuto il titolo di parrocchiale.

Guidicini ci dice anche altre cose interessanti: che il 20 settembre 1556 l’oratorio era sede della Confraternita di S. Sigismondo, soppressa in epoca napoleonica, e che l’edificio che vediamo oggi non è quello originario.

Infatti

Nel 1725 si cominciò dalle fondamenta la sua rifabbricazione dal Senatore Sigismondo Seniore Malvezzi che fu compita il primo maggio 1728.

La chiesa venne quindi ricostruita tra il 1725 e il 1728 su progetto di Carlo Francesco Dotti, negli stessi anni in cui Sigismondo II Malvezzi fece riammodernare Ca’ Grande dei Malvezzi, che sorge di fianco alla chiesa e che era stata costruita nel 1444 e ampliata nei secoli successivi.

Il campanile, infine, fu aggiunto nel 1795 su progetto di Angelo Venturoli. 

I Malvezzi sono sepolti all’interno della chiesa e una lapide presso l’altare li ricorda espressamente.

La lapide che ricorda i Malvezzi

Chi è san Sigismondo

Chi fu S. Sigismondo e perché diventò santo? La vicenda è piuttosto ingarbugliata e ci riporta a un medioevo barbarico, passionale e violento.

Figlio di Gundobado, re dei Burgundi, attorno al 501 da ariano si convertì al cattolicesimo. Nel 516 divenne re dei Burgundi. Rimasto vedovo della prima moglie, figlia di Teodorico, re degli Ostrogoti, si macchiò di un delitto orribile. Sobillato dalla seconda moglie, fece strangolare il figlio di primo letto, Sigerico, accusato di complottare contro di lui.

Appena compiuto l’efferato delitto, Sigismondo si pentì amaramente e decise di fare una vita di rigorosa penitenza nel monastero di Agaune in Svizzera, che aveva fondato.

Il crimine di Sigismondo, però, attirò su di sé e sulla Borgogna una serie di guai. Il nonno del giovane Sigerico, Teodorico il Grande, ruppe l’alleanza e Sigismondo restò senza difese contro le incursioni dei Franchi che volevano conquistare l’ultimo regno germanico indipendente che stava nella Gallia.

Nel 523 o 524 Clodomiro lo fece prigioniero e lo uccise insieme alla seconda moglie e ai figli nei pressi Orléans. Fu decapitato e gettato in un pozzo.

Per il fatto di aver fatto convertire i Burgundi al cattolicesimo e per essersi pentito del suo crimine scellerato Sigismondo fu acclamato santo. La sua fine crudele gli portò anche il titolo di martire.

Descrizione della chiesa di S. Sigismondo

Pur avendo un aspetto esterno semplice, la chiesa conserva preziose tele. Nell’interno, arricchito di nuovi altari da Giuseppe Jarmorini nel 1792 e decorato nel 1870 da N. Angiolini e M. Mastellari, si conservano dipinti di L. Crespi e D. Pedrini.

I putti dell’ancona dell’altare maggiore sono di Giacomo de Maria.

La Beata Imelda Lambertini

La chiesa conserva le reliquie della Beata Imelda Lambertini, detta la santa bambina.

Appartenente alla stessa famiglia di papa Benedetto XIV, Maria Maddalena Lambertini nacque a Bologna presumibilmente nel 1322 ed entrò giovanissima nel convento domenicano cittadino di Val di Pietra, dove prese il nome di Imelda.

In quegli anni non era possibile ricevere la comunione prima di aver compiuto i 12 anni, ma Imelda mostrò una grande devozione all’eucarestia e un ardente desiderio di ricevere la santa comunione.

L’agiografia vuole che il 12 maggio 1333, mentre assisteva alla messa, un’ostia consacrata raggiunse Imelda, che ricevette l’eucarestia e subito dopo morì. 

Le pratiche per la beatificazione vennero avviate sotto il pontificato di Benedetto XIV (1740-1758) e si conclusero il 20 dicembre 1826 sotto quello di Leone XII. Agli inizi del 1900 Pio X la indicò come protettrice dei bambini che si accostano alla prima Comunione. 

Le reliquie di Imelda sono visibili in una teca sotto la statua in gesso e cera realizzata dal plasticatore bolognese Cesare Bettini, che la ritrae in modo davvero impressionante.

Volete saperne di più su cos’è la ceroplastica e sulla fortuna di questa antichissima arte a Bologna? Correte a leggere il post che gli ho dedicato!

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Chiesa di S. Sigismondo, interno